Mantova, 9-11 giugno 2023

CHI È BRUNO FERRARO?

giovedì, 13 Aprile, 2023

1988, Bassano Del Grappa.
La prima volta che è salito su una bicicletta pensando di fare “sport” ha scalato il Monte Grappa con una vecchia mountain bike da garage.
Risultato? Un fallimento, ovviamente.
Ma è lì, ai limiti di quella comfort zone, che decidi che in qualunque caso…piuttosto ci si va in bici.

“Piuttosto ci vado in bici”

2300 chilometri per raggiungere lo start di un evento gravel, allenando gambe e spirito e imparando che quello che conta è il viaggio e non la meta.
Da Torino a Tarifa, poi a Cadiz a prendere la nave e traghettare verso le isole Canarie, alla volta della seconda edizione di GranGuanche gravel.

Dall’estremo nord all’estremo sud: perché?

Mi piaceva l’idea di unire i puntini sulla mappa e di completare la linea immaginaria che unisce i due estremi d’Europa. È un po’ come quando da bambini si fantasticava pensando alla montagna più alta, al fiume più lungo alla regione più estesa… Ecco, in questo caso mi affascinava l’idea di riprendere quello che avevo iniziato nel 2019 con Torino – Capo Nord e di completare la tratta pedalando fino a Tarifa, raggiungendo il punto più a sud dell’Europa continentale.

Com’è stato preparare questo viaggio?

Per me la vera difficoltà non è stata preparare il viaggio in sé ma l’idea che se non fossi partito sarei rimasto fermo, statico a pensare che non molto lontano, in qualche angolo di Andalusia, qualcosa di magico mi stava aspettando.

La magia dell’Andalusia qual è stata?

Semplicemente incredibile! Adoro i luoghi dove si respira una forte identità culturale, mi emoziona attraversare posti ricchi di tipicità come l’Andalusia. La Spagna in generale è un paese che se lo percorri attraversando più regioni ti accompagna in tutte le sue sfumature rendendo il viaggio ancora più ricco e autentico. E poi il flamenco è pura passione… ma che ve lo dico a fare?

Cosa ti ha spinto a partire? 2300km non sono esattamente una gita fuori porta.

Volevo prendermi del tempo per me, viaggiare lento e godermi tutto il percorso che, con tutte le sue sfaccettature, ti accompagna e ti permette di capire meglio il territorio in cui ti trovi, le persone che incontri e in un certo modo anche le sensazioni che provi.

Incontri memorabili?

Gli amici! Ulrich e Nicole a Girona, Ada a Barcellona, Toni a Terragona e Javi a Valencia…ciclisti un po’ matti uniti dalla passione del bikepacking, magari ci si è visti solo una volta però è come se ci conoscessimo da una vita! Insomma parliamo la stessa lingua…

Cos’hai portato a casa? (metaforicamente)

La consapevolezza che la mia serenità come individuo dipende solo ed esclusivamente da me! Quando decido di partire tutto cambia, eppure io sono sempre lo stesso: succede tutto dentro alla nostra testa, siamo sempre noi ma il viaggio ci rende liberi e la fatica amplia i nostri sensi mentre allo stesso tempo abbassa i filtri. Non c’è tempo per giudicare, non c’è spazio per i pensieri negativi, semplicemente si vive al 120% e questo quasi sempre quando si abbandona la zona di comfort.

Un luogo che ogni viaggiatore dovrebbe vedere.

Il luogo che ti viene suggerito dall’istinto! Anche il posto più bello al mondo può non trasmettere nulla se viene vissuto nel momento sbagliato. In questo viaggio mi porto nel cuore un sacco di posti ma se vi capita cercatevi info sulla Sierra de Grazalema e la Ruta de los pueblos blancos 😉

Cosa diresti a chi in bici non ci va perché si racconta un sacco di scuse?
(non so da dove iniziare/ho fretta/dovrei iniziare ad allenarmi).

Io ho iniziato a pedalare per fare sport a 24 anni, in fase semi-acuta di un’infiammazione al nervo sciatico dovuta a un’ernia al disco. 15kg in più di ora, fumatore e con una bici che nemmeno lasciata in stazione senza lucchetto farebbe gola a nessuno! Non ci sono scuse, a volte bisogna solo sforzarsi un minimo per poi lasciarsi trasportare.

E a chi in bici non ci va perché pensa che non gli piaccia?

È praticamente impossibile! A meno che una persona non abbia subito dei traumi legati alla bicicletta o alla strada, andare in bici provoca soprattutto sensazioni positive. Bisogna provarci nel momento giusto, dopo essersi alimentati in maniera adeguata e magari con qualche accorgimento tecnico (sella e posizione) in modo da rendere il tutto meno faticoso. In generale tutte le attività all’aria aperta che implicano il dispendio di energie per raggiungere un obiettivo (seppur semplice) possono solo che motivare chi ne fruisce a continuare in quella direzione.

1988, Bassano Del Grappa.
La prima volta che è salito su una bicicletta pensando di fare “sport” ha scalato il Monte Grappa con una vecchia mountain bike da garage.
Risultato? Un fallimento, ovviamente.
Ma è lì, ai limiti di quella comfort zone, che decidi che in qualunque caso…piuttosto ci si va in bici.

"Piuttosto ci vado in bici"

2300 chilometri per raggiungere lo start di un evento gravel, allenando gambe e spirito e imparando che quello che conta è il viaggio e non la meta.
Da Torino a Tarifa, poi a Cadiz a prendere la nave e traghettare verso le isole Canarie, alla volta della seconda edizione di GranGuanche gravel.

Dall'estremo nord all'estremo sud: perché?

Mi piaceva l'idea di unire i puntini sulla mappa e di completare la linea immaginaria che unisce i due estremi d'Europa. È un po' come quando da bambini si fantasticava pensando alla montagna più alta, al fiume più lungo alla regione più estesa… Ecco, in questo caso mi affascinava l'idea di riprendere quello che avevo iniziato nel 2019 con Torino - Capo Nord e di completare la tratta pedalando fino a Tarifa, raggiungendo il punto più a sud dell'Europa continentale.

Com’è stato preparare questo viaggio?

Per me la vera difficoltà non è stata preparare il viaggio in sé ma l'idea che se non fossi partito sarei rimasto fermo, statico a pensare che non molto lontano, in qualche angolo di Andalusia, qualcosa di magico mi stava aspettando.

La magia dell'Andalusia qual è stata?

Semplicemente incredibile! Adoro i luoghi dove si respira una forte identità culturale, mi emoziona attraversare posti ricchi di tipicità come l'Andalusia. La Spagna in generale è un paese che se lo percorri attraversando più regioni ti accompagna in tutte le sue sfumature rendendo il viaggio ancora più ricco e autentico. E poi il flamenco è pura passione… ma che ve lo dico a fare?

Cosa ti ha spinto a partire? 2300km non sono esattamente una gita fuori porta.

Volevo prendermi del tempo per me, viaggiare lento e godermi tutto il percorso che, con tutte le sue sfaccettature, ti accompagna e ti permette di capire meglio il territorio in cui ti trovi, le persone che incontri e in un certo modo anche le sensazioni che provi.

Incontri memorabili?

Gli amici! Ulrich e Nicole a Girona, Ada a Barcellona, Toni a Terragona e Javi a Valencia…ciclisti un po' matti uniti dalla passione del bikepacking, magari ci si è visti solo una volta però è come se ci conoscessimo da una vita! Insomma parliamo la stessa lingua…

Cos’hai portato a casa? (metaforicamente)

La consapevolezza che la mia serenità come individuo dipende solo ed esclusivamente da me! Quando decido di partire tutto cambia, eppure io sono sempre lo stesso: succede tutto dentro alla nostra testa, siamo sempre noi ma il viaggio ci rende liberi e la fatica amplia i nostri sensi mentre allo stesso tempo abbassa i filtri. Non c'è tempo per giudicare, non c'è spazio per i pensieri negativi, semplicemente si vive al 120% e questo quasi sempre quando si abbandona la zona di comfort.

Un luogo che ogni viaggiatore dovrebbe vedere.

Il luogo che ti viene suggerito dall'istinto! Anche il posto più bello al mondo può non trasmettere nulla se viene vissuto nel momento sbagliato. In questo viaggio mi porto nel cuore un sacco di posti ma se vi capita cercatevi info sulla Sierra de Grazalema e la Ruta de los pueblos blancos ;)

Cosa diresti a chi in bici non ci va perché si racconta un sacco di scuse?
(non so da dove iniziare/ho fretta/dovrei iniziare ad allenarmi).

Io ho iniziato a pedalare per fare sport a 24 anni, in fase semi-acuta di un'infiammazione al nervo sciatico dovuta a un'ernia al disco. 15kg in più di ora, fumatore e con una bici che nemmeno lasciata in stazione senza lucchetto farebbe gola a nessuno! Non ci sono scuse, a volte bisogna solo sforzarsi un minimo per poi lasciarsi trasportare.

E a chi in bici non ci va perché pensa che non gli piaccia?

È praticamente impossibile! A meno che una persona non abbia subito dei traumi legati alla bicicletta o alla strada, andare in bici provoca soprattutto sensazioni positive. Bisogna provarci nel momento giusto, dopo essersi alimentati in maniera adeguata e magari con qualche accorgimento tecnico (sella e posizione) in modo da rendere il tutto meno faticoso. In generale tutte le attività all'aria aperta che implicano il dispendio di energie per raggiungere un obiettivo (seppur semplice) possono solo che motivare chi ne fruisce a continuare in quella direzione.