Se la bicicletta potesse scivolare sull’acqua, che cosa sarebbe?

Thursday, 9 November, 2023

Secondo Carlo, Marco e Vitto la risposta è semplice: un kayak!
E così, in perfetto spirito BAM!, i tre Thisavventurieri sono partiti per Ibiza e (spoiler: tornati sani e salvi) ci hanno raccontato la loro “vacanza”. 

Reduci dall’aver attraversato tutta l’Italia in sella alle nostre fidate Graziella, quest’anno abbiamo sentito il bisogno di prendere una pausa dai mezzi a due ruote.
Non c’è voluto molto per convincerci, l’uno con l’altro, che una vacanza ad Ibiza sarebbe stata la scelta più oculata. Chiaramente, Ibiza “a modo nostro”!
L’idea è stata allora quella di utilizzare l’analogo marino della bicicletta ossia il KAYAK!

Con nessuna competenza nautica e scarse capacità natatorie ci siamo lanciati ad intraprendere questa nuova thisavventura. Siamo atterrati all’aeroporto di Ibiza dove ad attenderci c’era Martina, una signora di origini tedesche che con uno sguardo di preoccupazione materna ci ha messo in guardia dai possibili pericoli dell’isola e ci ha fornito qualche raccomandazione di utilizzo sui kayak vetusti che ci avrebbe noleggiato.
Il giro è stato un crescendo, dai primi giorni di onde e preghiere in un sud dell’isola molto caotico, ad un selvaggio nord, dove abbiamo avuto la fortuna di assaggiare un po’ della sua bellezza naturale.
La routine era semplice, una prima fase di ripudio verso la muta umida dal giorno prima, una volta vestiti si pagaiava tutto il giorno cercando di non prendere allucinazioni per via dei 50 gradi centigradi percepiti, si mangiava male e dormiva peggio. Per non parlare poi della toilette, una bottiglietta ciascuno. Non vi diciamo i drammi di quando c’erano le onde…

Questo abbandono radicale dei confort a cui siamo abituati nel resto dell’anno è forse uno degli aspetti che più ci piacciono in quanto, una volta tornati, riusciamo davvero ad apprezzare ogni minimo segno di civiltà (pensieri partoriti durante le interminabili ore passate a pagaiare).
Forse il dramma vero arrivava però solo la sera, quando ancora sudati e ricoperti di salsedine ci cospargevamo di Autan. A quel punto, entrare negli umidi jeans (pessima scelta) diventava uno spettacolo fatto di contorsioni e imprecazioni. Tutto questo perché avevamo scelto di passare romanticamente le notti senza tenda tra scogli, spiagge e amache su alberi marittimi.
Malgrado dolori a tutti i muscoli degli arti superiori è stata un’esperienza divertente e nuova che ci ricorderemo per tanto tempo!
P.s. uno degli ultimi giorni del nostro viaggio abbiamo scoperto da una guida locale che avevamo sbagliato il verso di circumnavigazione..!

Secondo Carlo, Marco e Vitto la risposta è semplice: un kayak!
E così, in perfetto spirito BAM!, i tre Thisavventurieri sono partiti per Ibiza e (spoiler: tornati sani e salvi) ci hanno raccontato la loro “vacanza”. 

Reduci dall’aver attraversato tutta l’Italia in sella alle nostre fidate Graziella, quest’anno abbiamo sentito il bisogno di prendere una pausa dai mezzi a due ruote.
Non c’è voluto molto per convincerci, l’uno con l’altro, che una vacanza ad Ibiza sarebbe stata la scelta più oculata. Chiaramente, Ibiza “a modo nostro”!
L’idea è stata allora quella di utilizzare l’analogo marino della bicicletta ossia il KAYAK!

Con nessuna competenza nautica e scarse capacità natatorie ci siamo lanciati ad intraprendere questa nuova thisavventura. Siamo atterrati all’aeroporto di Ibiza dove ad attenderci c’era Martina, una signora di origini tedesche che con uno sguardo di preoccupazione materna ci ha messo in guardia dai possibili pericoli dell’isola e ci ha fornito qualche raccomandazione di utilizzo sui kayak vetusti che ci avrebbe noleggiato.
Il giro è stato un crescendo, dai primi giorni di onde e preghiere in un sud dell’isola molto caotico, ad un selvaggio nord, dove abbiamo avuto la fortuna di assaggiare un po’ della sua bellezza naturale.
La routine era semplice, una prima fase di ripudio verso la muta umida dal giorno prima, una volta vestiti si pagaiava tutto il giorno cercando di non prendere allucinazioni per via dei 50 gradi centigradi percepiti, si mangiava male e dormiva peggio. Per non parlare poi della toilette, una bottiglietta ciascuno. Non vi diciamo i drammi di quando c’erano le onde…

Questo abbandono radicale dei confort a cui siamo abituati nel resto dell’anno è forse uno degli aspetti che più ci piacciono in quanto, una volta tornati, riusciamo davvero ad apprezzare ogni minimo segno di civiltà (pensieri partoriti durante le interminabili ore passate a pagaiare).
Forse il dramma vero arrivava però solo la sera, quando ancora sudati e ricoperti di salsedine ci cospargevamo di Autan. A quel punto, entrare negli umidi jeans (pessima scelta) diventava uno spettacolo fatto di contorsioni e imprecazioni. Tutto questo perché avevamo scelto di passare romanticamente le notti senza tenda tra scogli, spiagge e amache su alberi marittimi.
Malgrado dolori a tutti i muscoli degli arti superiori è stata un’esperienza divertente e nuova che ci ricorderemo per tanto tempo!
P.s. uno degli ultimi giorni del nostro viaggio abbiamo scoperto da una guida locale che avevamo sbagliato il verso di circumnavigazione..!