Era un po di tempo che pensavo al mio primo viaggio in solitaria, a dove farlo, se preferire luoghi caldi, cosa portare con me, dove dormire e se sarei stato in grado di viaggiare da solo.
Bè alla fine la mia decisione è stata di rimanere nel mio paese L’ITALIA, perché andare all’estero quando ho ancora così tanti luoghi del mio paese da scoprire?
Per la parte di viaggiare da solo ho trovato presto la soluzione: CONDIVIDERE.
Ho trovato nella condivisione il modo per non essere mai da solo, ho cercato lungo il mio viaggio di condividere con chi mi seguiva dalle storie istagram, da i post alla sera o con lungo la strada di portarvi con me.
Ecco qual è stato il principale FOCUS del mio viaggio LA CONDIVISIONE.
Non è facile condensare tutte le emozioni che ho provato in questi 17 giorni, potrei già scrivere un libro ma quello che farò è cercare di condividere con voi si le città visitate ma anche le persone che ho incontrato lungo la strada.
La partenza del mio viaggio non poteva che essere dalla mia città NOALE una piccola città medievale.
La prima persona che mi ha accompagnato in questo viaggio è un amico JACOPO, conosciuto nemmeno un anno fa, collega di lavoro, in realtà lui è un podista specialista negli 800 ma appassionato nella maniera più pure della bici.
La prima tappa scorre veloce da PADOVA lungo il cammino di SANT’ANTONIO e a ROVIGO non posso fare a meno che una sosta da un altro amico MICHELE detto il NURE IL guru DEL BIKEPACKING conosciuto anche come MISSGRAPE. Devo ammettere sono un pivello e alle prime armi con il bikepacking e infatti mi sistema per bene l’assetto delle borse rendendomi tutto piu facile.
Lungo il PO raggiungo FERRARA per proseguire fino a BOLOGNA dove cerco la mia camera condivisa, da due ragazzi UMBERTO e EDOARDO che mi accolgono e mi dicono semplicemente che mi ammirano per quello che sto facendo.
Il secondo giorno parte subito in salita, gli appennini in questo momento dell’anno offrono dei colori unici e la pioggia rende ancora tutto un po più romantico.
Scendo verso FIRENZE piazza duomo, il ponte vecchio, e proseguo lunghe le colline del chianti e le strade dell’eroica alla riscoperta di antiche strade nella toscana piu rustica e genuina tra borghi e castelli come quello di BROLIO fino a SIENA.
Proseguo il terzo giorno verso la capitale ROMA, lasciando dietro di me le crete senesi con i loro orizzonti lontani, prima di entrare a ROMA incontro FRANCESCO un appassionato anche lui delle lunghe distanze che appena ha un giorno libero si spara 300 km, la bici è libertà.
ROMA la capitale, qui i curiosi sono i turisti che mi guardano un po’ perplessi girare il VATICANO, il COLOSSEO, PANTHEON, LA FONTANA DI TREVI in sella alla mia bici equipaggiata con tutto quello che serve.
La domanda comincia a essere ricorrente:
ma dove sei diretto, da dove vieni?
non avete idea di quanto sia bello vedere la perplessità nelle persone quando dico che arrivo da VENEZIA e pensare che sono parrtito appena tre giorni fa.
Il quarto giorno decido di partire molto presto e godermi ROMA stranamente silenziosa prima di addentrarmi di nuovo sull’Appennino, seguendo le strade di casa di un caro amico OMAR, che mi fa scoprire la TANA DEL LUPO.
Probabilmente è il periodo migliore per godere di queste zone, sembra di essere catapultati in una tavolozza di sfumature. Le strade silenziose aiutano la meditazione e a ritrovare l’equilibrio.
Pian piano mi avvicino ai territori colpiti dal terremoto, borghi deserti con le cicatrici visibili negli edifici.
Decido di fermarmi a uno dei pochi BAR rimasti nell’abitato di POSTA, qui trovo ANTONIO che mi racconta che qui si sono vissuti periodi terribili dove non passava notte dove la terra non tremava, dove l’unica speranza era che la terra smettesse di tremare il prima possibile, ANTONIO è legato in modo radicale al suo paese e mai lo lascerà ma qualcosa qui non sta andando nel verso giusto, e si sentono dimenticati.
AQUILA sta pian piano risorgendo MA ANCHE QUI ANCORA LE FERITE SONO PROFONDE e decido che è il posto giusto per fermarmi per la notte.
Ad AQUILA mi trovo con CHIARA un’altra appassionata della bici che presto partirà per il suo primo viaggio in modalità BIKEPACKING e davanti a una BIRRA cerco di darle qualche consiglio anche se pensandoci bene non sono il più esperto.
Proseguo la mia avventura direzione BENEVENTO, attraverso L’ALTOPIANO DELLE 5MIGLIA che all’alba è qualcosa di magico.
Nel punto più meridionale dell’altopiano delle 5 miglia attraverso ROCCARASO, proseguo verso ISERNIA, piacevole scoperta è il santuario di Maria Santissima Addolorata con il suo stile neogotico è una perla di questa zona.
Sembra una giornata tranquilla e filata tutto liscia ma da li a poco l’imprevisto, la strada statale che porta a Benevento diventa interdetta alle bici.
Mi immergo quindi nelle colline parallele alla statale, e qui arriva il bello la strada è stupenda ma ha strappi oltre al 20% e per di più è invasa dal fango sono costretto più volte a fare PORTAGE ma dopo 15 km in piu del previsto e 800 metri di dislivello scorgo in lontananza l’arco di TRAIANO che mi accoglie all’entrata di BENEVENTO la sera cala velocemente e decido di fermarmi per la notte.
L’indomani mi attende una partenza bagnata, decido di modificare la traccia e passare alle pendici del Vesuvio, per proseguire verso POMPEI e attraversare la PIANA DI SALE dove si trova un’antica città della Magna Grecia con un tempio che svetta su tutti il PAESTUM, sembra di essere catapultati in GRECIA.
Proseguo e riprendo la costa, per una via secondaria e poco trafficata dove si alternano salite ripidissime e altrettanti strapiombi sul mare, mi godo il tramonto prima di fermarmi in un piccolo per la notte PALINURO.
Il cuore della costa calabra me lo godo all’alba, dopo il piccolo porto di SAPRI la strada si inerpica agrappandosi al costone di roccia, che spettacolo le onde si infrangono devo essere onesto le foto e i video di questa zona non li rendono giustizia.
La strada diventa poi pianeggiante fino a passare LAMEZIA TERME da qui inizia un profumo di cipolla che quasi mi fa lacrimare, TROPEA infatti sarà la mia prossima destinazione, città costruita su una roccia a picco sul mare, con il suo splendido affaccio alla fine della via di corso Emanuele è il giusto modo per godere del santuario e della piccola spiaggia che sta al di sotto del borgo.
Per l’ultimo giorno in penisola era prevista una giornata tranquilla per andare a prendere il traghetto per passare alla seconda parte del viaggio.
Ma la voglia di avventura e di scoprire era più forte della fatica e della stanchezza.
Decido cosi di allungare la tappa e di esplorare anche l’ASPROMONTE la parte finale dell’Appennino, la sua particolarità è che la sua vegetazione cambia molto in base all’esposizione, infatti la parte tirrena è molto simile al classico Appennino e in cima nel paese di GAMBARIE incrocio l’unica anima, SALVATORE intento a scattare foto con la sua macchinetta istantanea, mi scatta una foto da tenere come ricordo, e mi dice di andare assolutamente a vedere ROGOUDI VECCHIO un paese fantasma li a pochi chilometri.
Nella parte Ionica al contrario è molto arida sembra quasi terra bruciata, è da questa parte che si trova ROGOUDI VECCHIO e dopo sentieri sterrati, discese da mtb e qualche tratto bici in spalla, mi ritrovo in un costone di montagna con sulla sinistra a svettare l’ETNA innevato al di la dello stretto e sulla sinistra la costa IONICA con questo paesino ormai disabitato e abbandonato.
Riprendo la strada verso REGGIO CALABRIA e il suo lungo mare qui incontro CRISTOF che mi racconta della sua passione, e dei suoi lunghi giri. Non so se è una fatalità ma in questo viaggio incontro solo chi ama le lunghe distanze come me.
CRISTOF si offre di accompagnarmi fino al traghetto a VILLA SAN GIOVANNI, lo saluto prendo un biglietto e salgo nella nave con la mia fedele bici.
Qui forse comincio a realizzare cosa sto facendo, le emozioni, comincio ad entrare nel CICLOVIAGGIATORE che è in me. Non abbiate paura di partire, che sia per 50 100 2000 km, ma partite, viaggiate liberate la mente.
L’avventura è appena iniziata.